L'uomo è una caldaia


Mia cara, l’uomo è una caldaia

ed è triste doverlo confessare

millenni riuniti a raccontare

attorno al fuoco le favole migliori

eroi d’incredibile coraggio

gesta di principesse rubacuori

conquiste intraprendenti e faticose

del giusto consono appannaggio

e vissero felici e contenti

uniti dal mutuo e dai rancori

rinfacciando e digrignando i denti

delusi nei sogni d’avventura

scoprendo che non ci sono tesori

che l’alba non reca fiori in bocca 

che l’uomo ahimè, è solo una caldaia

 

Quante generazioni in te in me

farsi e disfarsi di corpi e cuori

e anime, qualunque cosa essa sia

qualunque sia il cielo da cui viene

e in cui vola via, riproponendo

infinite storie sempre uguali

e ossa sparse ovunque come sassi

cinquantamila anni e più e niente

è cambiato sostanzialmente, sogno

pur sempre ogni notte il calore

di svegliarmi con te, ma dove sei?

 

Non è sai come sembra, come appare

ricordati che un giorno dovrai

morire ha un diverso valore

quando non è più necessario

ci sia chi te lo debba ricordare.

Siamo creato fatto consumato

nel tempo, unico evento solo

umano in cui siamo immersi dentro

in fisica quantistica assente

a negare cosa sia  presente

ostinata illusione, e d’ogni

metafisica cocente delusione

ritmico calore  pulsante che ci

consuma, l’uomo è una caldaia

 

Tutto termicamente avviene

nessun proclama di chiara fama

nessun avviso affisso alla porta

nessuna minaccia all’orizzonte

niente di memorabile stasera

solo questo calore che ristora

le mani nelle tasche del cappotto

continuamente produce energia

e la falsità dei cinque sensi -

nient’altro che elettrici collassi

che pungon la corteccia cerebrale -

tutto ciò ci fa chiamare reale.

L’uomo è una caldaia, gli eroi son morti

non serve che nessuno mi ricordi

che tu sei solo il sogno che ho sognato

… ma ne è valsa comunque la pena