Per conoscere oltre la rappresentazione occorre uscire dal mondo "ingannando" il corpo: utilizzare specifiche esperienze corporee per "uscire dal mondo"
Come si esce dal mondo? facendo cose:
. "inutili" (il mondo quotidiano è l'utile), che non portano benefici economici
. non logiche (la logica persegue l'utile), quelle che cui ti chiedono: “ma chi te lo fa fare?”
. corporee (arte, performance, agonismo, trance ...)
Uscire dal mondo è un esercizio come gli altri, una abilità che si acquisisce facendo.
È la consapevolezza della necessità di farlo la cosa difficile, perché il mondo la avversa.
Come si esce dal mondo? lecito porre la questione
in esplicita versione, per non essere poi fraintesi
magari qualcuno pensa modi un po' troppo drastici
ma evitiamo ineleganti gesti scaramantici
non ci sono frecce sui sentieri ad indicar l'uscita
nessun cartello, vertiginosi buchi neri, qualcuno
cade qualcuno disperso, e se torna è molto diverso.
Uscire è sempre un esercizio pericoloso, da
non fare se non ti senti sicuro di saper rientrare
Quando sei fuori vedi tutto con distacco, da lontano
vedi il poco che siamo, vedi dall’alto le nostre pene
e quanto poco si conviene a questa commedia il dramma
che ci piace inscenare, la banalità del male per
tutti sempre uguale, la noia di queste storie di vita
vissuta che ognuno crede eccezionale ma è solo
normale, ordinaria esistenza riprodotta infinite volte
ma mai abbastanza perché ne nasca diffusa sapienza
Uscire dal mondo significa non esser solo uno
ma anche altro, sapere che tutti siamo più di quanto
dichiarato al censimento, e ci possiamo guardare
dal di fuori, e volare alti, immobili fissare
quelle caselle di colori laggiù, quegli omini che
come insetti inebriati dagli odori dei fiori ronzano,
e pensare vita incardinata nella volontà
e non nel “reale”, come attorno ci fanno pensare
Uscire a propria volontà, liberi uscire e rientrare
dopo aver visto scandalo e verità oltre il velo
dopo aver visto il mondo nudo e vero, senza finzione
aprendo in silenzio, non visti, quell’incognita porta
la cui serratura chiudiamo solo coi nostri complessi.
Fare ciò rende diversi, incomprensibili ai più
originali, inascoltati testimoni oculari
che gridano muti in una lingua ignota di stranieri
che tacciono urlando dal fondo degli occhi sgranati
non sanno come aprire le parole chiuse nei forzieri
Poca cosa serve sapere per uscire dal mondo.
Regola prima è fare cose che non valgan niente
o per meglio dire inutili: utile è pietra al collo.
Fare d’ogni cosa commercio e professione è utile
collocazione per campare, ma devi considerare
che ciò che conta non si può comprare: molti non credono
esista, in questo caso basta, sono senza speranza.
Agirai invece sempre disinteressatamente
anche se ti farà apparire un poco fesso e strano
rifuggi logica che persegue utile, convenienza
ciò che oggi ti conviene ti si rivolterà domani
contro, lasciandoti rimorso e rimpianti a ritmo alterno.
Danari e mattoni ti zavorrano le tasche, le acque
sono alte, se non puoi galleggiare non entrare in mare
Non come ti guadagni da vivere, non cosa possiedi
dice ciò ch'è vero di te, sono solo le passioni
cosa ti muove dentro, cosa non puoi smettere di fare?
che cosa ti fa alzare al mattino di buon’ora, in
cosa ti spendi con un sorriso, senza guadagnare se
non alteri sguardi di compatimento, ciglia sollevate
inviti a non buttare soldi e tempo, essere concreto…
Nella fatica del podista dilettante, nel dolore
alle gambe della ballerina, nella concentrazione
di ogni amante di ogni attività la più fantasiosa
negli occhi stanchi dello studio aperti su astratte scene
in tutto ciò che si ama e agli occhi del mondo non conviene
in quello stato di assenza felice, di euforia
di trasporto fuori dal dovere e dalla monotonia
in quella lucidità che come un raggio ti trafigge
sensazione elettrica di essere davvero vivo
ora eterno vivo, in questo tuo momento felice
ecco che sei uscito, sei fuori, sbalzato dai binari
sollevato in volo ti giri, guardali poveretti
falsi a sé stessi, tronfi o stanchi, comunque ciechi, monchi
incapaci di vedere, di capire, di sapere, e
rabbiosi, dio quanto rabbiosi nella gabbia della rabbia
che è questo mondo: rabbia menzogna e truffa ne sono le
divinità e ora fuori, benedetto, tu lo sai.
Solo le uscite dal mondo ne svelano, se c'è, il senso
Non che sia roba mistica, alchemica, psichedelica
stupefacente o chissà che astrusa stregoneria
niente deliri oratori, farneticanti visioni
o stati alterati di coscienza: uscire dal mondo è un
esercizio, pratica, un’abilità da acquisire
facendo, una tecnica che in ogni specialità si
può innervare, la passione di ognuno la fa volare.
Non è difficile per chi conosca urgenza di sentire
e rapimento altrove: difficile è consapevolezza
della necessità, lasciarsi infine nell’aria tersa
librarsi immobili un metro sopra ,'umanità persa
non ascoltare più, osare ciò che il mondo avversa