12 - Liberazione


I saggi ispirati conoscono la rinuncia come rigetto delle azioni interessate, l'abbandono dei frutti di ogni specie di azione

 

È impossibile, poiché si ha un corpo, rigettare completamente gli atti, ma colui che abbandona il frutto degli atti, questi è detto astinente

 

Il benessere in cui ci si compiace mediante esercizio assiduo, e dove si giunge al termine della sofferenza, che all'inizio pareva un veleno e al termine della trasformazione ambrosia, quel benessere è detto sattvico, che nasce dalla trasparenza di una intelligenza fissata al sé

 

Il benessere procurato dalla congiunzione dei sensi e degli oggetti sensibili, che all'inizio pare ambrosia e al termine della trasformazione pare veleno, è detto rajasico

 

Il benessere che all'inizio e in seguito continua a sviare l'anima e proviene dal torpore, dalla mollezza e dalla negligenza, questo è detto tamasico

 

Serenità, padronanza di sé, purezza, pazienza, rettitudine, conoscenza, intuizione spirituale, pietà sono i doveri dei praticanti

 

Eroismo, impeto, fermezza, abilità, rifiuto di fuggire nel combattimento, liberalità, autorità, tali sono i doveri di chi amministra la forza e la giustizia

Lavoro nei campi e nelle officine, custodia del bestiame, commercio sono i doveri di chi opera per il sostentamento.

 

L'uomo che si compiace del proprio dovere particolare attinge alla perfezione

È onorando, attraverso l'esecuzione del proprio dovere, ciò da cui tutti gli esseri provengono e che è sotteso a tutto questo universo, che l'uomo raggiunge la perfezione

 

È meglio assolvere, anche in modo difettoso, il proprio dovere piuttosto che correttamente un dovere che ci è estraneo. Compiendo l'opera prescritta dalla propria natura non si cade in errore alcuno

 

Colui che, con giudizio purificato, si padroneggia fermamente, respinge gli oggetti dei sensi, ripudia sia amore che odio, abita in luoghi appartati, mangia leggermente, disciplina la parola, il corpo e la mente, si dedica al metodo del raccoglimento, prende sostegno costante nel distacco, lascia da parte l'egocentrismo, il ricorso alla forza, l'orgoglio, la cupidigia, la collera, l'istinto di possesso, che è disinteressato, calmo, quegli è idoneo a ricongiungersi alla natura dello Spirito